26 agosto 2010

RUSSIA O KAZAKHSTAN??

Vi è mai capitata una di quelle giornate in cui vi alzate e non sapete bene che fare, dove siete, dove dovete andare??

Da Omsk a Chelyabinsk la strada passa per il Kazakhstan, cosa che sanno anche i sassi. A maggior ragione lo sappiamo noi che la dobbiamo fare. Certo, non abbiamo una cartina dettagliata, però ci siamo fatti dare le indicazioni da un russo che aveva il navigatore. Il quale ci ha confortato dicendo: non vi preoccupate, seguite le indicazioni, non potete sbagliare.

Sarà, ma noi le indicazioni le abbiamo seguite e, dopo aver guidato tutto il giorno, verso le dieci di sera ci troviamo di fronte ad uno strano posto di blocco. Ci sembra all'inizio uno dei soliti posti di blocco russi ma poi, a guardarlo meglio, ci accorgiamo che c'è qualcosa che non torna. Scendiamo dalla macchina, ci avviciniamo alla guardiola e con aria perplessa diciamo: "Chelyabinsk??" indicando dall'altra parte. La guardia, una bella pulzella, risponde sorridendo: "DA!!". Incalziamo: "Kazakhstan??". E, ovviamente, con un sorriso come a dire "ecco i soliti turisti che si sono persi, ma non vi preoccupate, succede sempre, non è colpa vostra...." risponde che sì, quello è il Kazakhstan. Il sottoscritto (Mauro) fa una faccia sconfortata che però serve perché la giovane guardia mi dice di aspettare un minuto. Passato un minuto arrivano due giovani guardie russe di cui una parla inglese (almeno un pò). Gli dico che volevamo andare a Chelyabinsk e che non capisco come mai ci ritroviamo di fronte al confine cazako visto che tutte le indicazioni portano da questa parte. Il giovane militare russo, che per comodità chiamerò Misha, mi dice mezzo in inglese e mezzo in russo che sì, non è colpa mia e che le indicazioni sono da tempo immemore sbagliate, che, o sei russo, o non c'è verso di sapere quale strada prendere.

Misha si dimostra però molto cortese e mi chiede: "Siete russi?". Cortese sì, ma un pò mona però....Scendo da una punto targata italia, parlo con te in inglese perchè non abbiamo una lingua comune e mi chiedi se sono russo?? Con gentilezza rispondo che no, siamo italiani. Misha chiede: "Avete il visto russo??". E' ovvio, altrimento come possiamo essere in Russia?? Con tono gentile rispondo che sì, abbiamo un visto russo. MIsha chiede: "Avete per caso un visto Kazako??". Guarda, ne avevo qui prima una mezza dozzina ma poi, pensando che non mi sarebbero più serviti, li ho buttati via.... Ma che domanda è?? Con aria sconcertata rispondo che il visto kazako l'ho già utilizzato e che comunque anche ce l'avessi, non potrei uscire dalla Russia perché altrimenti non potrei più rientrarci, visto che il nostro visto russo e una double entry e una l'abbiamo già usata....

Misha annuisce e mi dice: "Tranquillo, non è difficile andare dall'altra parte". Sarà, ma i 5 minuti che ha passato a parlare in russo con il suo collega su come andare dall'altra parte non mi facevano presagire nulla di buono. Quando smette di pralare russo mi guarda e mi dice: "Guarda, è facile, devi tornare indietro di venti kilometri". Lo guardo, aspettando altre indicazioni che invece non arrivano. In compenso inizia a parlare russo con il suo amico commilitone, e dopo altri 5 minuti mi riguarda e mi dice: "E' semplice, torni indietro di 20 km e poi in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako." Per essere sicuro di aver capito ripeto "in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako" come a dire: "Che cazzo di spiegazione è??". Misha mi guarda mi chiede: "Domande?", io lo guardo disperato e rispondo "Sì, molte".

NEl frattempo è arrivato un tipo russo che deve passare il confine. Misha ne approfitta e coinvolge anche lui nella discussione. Ora non parlo russo, ma dritto, destra, sinistra come vocaboli li capisco. Bene, li avranno ripetuti mille volte, ogni volta indicando una direzione diversa. Se poi ci mettete che la discussione si stava animando, potete immaginare il mio stato d'animo...

Ma ecco, idea del giovane russo, perché non prendere quella cartina-stradario russa che ho in macchina e che assomiglia tanto ad un tomo della Treccani da quanto grande è?? (ci avevano detto che in Russia ci sono tente strade...) MA cavolo! pensarci prima. Misha prende la cartina e assieme studiamo la piccola deviazione di 250 km per oltrepassare il confine kazako (.....in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako.....250 km, miseriaccia cane!).

Comunque, dopo quasi due ore, abbiamo il percorso, ma ormai è mezzanotte. Facciamo quei benedetti 20 km indietro, ci fermiamo alla prima stazione di benzina, trasformiamo la red donkie in un comodo giaciglio e ci mettiamo a dormire in macchina e domani si vedrà....

Il Mongol Rally ti fa crescere: appena arrivo in Italia mi faccio fare un altro visto kazako, sia mai che un giorno per andare a Milano da Padove mi ritrovo davanti un altro confine kazako....

BBTEAM - IKEA 3-0

Ve la ricordate la pubblicità dell'Ijea che dicevano che in 27 metri cubi vi costriuvano un intero appartamento? PRINCIPIANTI!

Se uno vuole fare la transiberiana in 4 giorni o giù di lì si deve organizzare. In russia non ci sono autostrade come le intendiamo noi: le strade a grande percorrenza sono a una corsia per verso di marcia, piene di camion, piene di lavori in corso, di deviazioni e via dicendo. Se quindi il tempo è poco bisogna correre....

Abbiamo fatto qualche piccola modifica alla red donkie. Sotto i due sedili, quello passeggero e quello guidatore, abbiamo creato da un lato una piccola dispensa per il cibo, così è sempre sottomano, non dobbiamo perdere tempo a cercarlo, se vogliamo un caffè con il fornellino lo facciamo in 2 minuti, se abbiamo voglia di uno snack ce lo prendiamo e ce lo mangiamo. Dall'altro lato invece abbiamo creato un piccolo angolo materiale di presto utilizzo (fascette, abbiamo dovuto sistemare il radiatore che si stava mollando a causa delle buche, carta igienica, materiale per lavarci alla meno peggio....).

Poiché non sono previste soste ristorante, la latte da venti litri di benzina è divenata il nostro tavolo del soggiorno. Mettendo in folle ci sta benissimo tra i due sedili. Lì abbiamo cenato (mai pranzato, non c'era tempo), fatto colazione e utilizzato come piano cottura (il fornellino ci ha permesso di cucinare dei meravigliosi risottini della Knorr).

Nei sedili dietro, a fianco delle ruote di scorta, abbiamo crato un primo posto letto (si dorme in macchina nelle piazzole di sosta dei camion) mentre l'altro è stato ricavato nel sedile passeggero davanti (le gambe finiscono dritte dritte nel parabrezza).

Insomma, non sarà una reggia, ma è pur sempre casa.....

PIANO MALEFICO

Carissimi, eccoci di nuovo online per darvi le ultime informazioni circa lo stato del nostro viaggio.... Scusate la prolungata assenza ma, se avrete la pazienza di leggere questo post, capirete perchè siamo stati così assenti....

Ripercorriamo il nostro piano malefico: come avete letto Nik è rientrato in italia, non senza difficoltà. Sabato scorso infatti stavamo campeggiando in Mongolia prendendocela piuttosto con calma perché ci era stato detto che il confine mongolo era chiuso nei finesettimana. Un team inglese che passava da quelle parti ci ha detto invece che sarebbe stato aperto. Ecco il motivo per cui sabato abbiamo corso come dei pazzi per arrivare al confine in tempo (chiude alle sei). Tenete conto che all'andata lo stesso tratto di strada l'abbiamo fatto in 14 ore, al ritorno ne abbiamo recuperate almeno quattro. Una volta arrivati al confine (alle 17) ce lo siamo visti chiudere davanti ai nostri occhi con la scusa che era appena passato un pullman e che quindi non avrebbero fatto in tempo a fare pure noi. Ora: essendo sabato ed essendo il confine chiuso la domenica, questo avrebbe comportato passare due giorni di fronte al confine senza poter far nulla (essendo già usciti da quello mongolo non potevamo rientrare...). Sta di fatto che, anche grazie alla presenza di una macchina kazaka che parlava russo, ed al fatto che abbiamo tirato su una noce dicendo che avevamo già prenotato l'aereo di rientro (in parte vero...) e che era urgentissimo rientrare in italia, alle sei e mezza ci hanno fatto entrare e superare il confine....

Novosibirsk non è tuttavia dietro l'angolo, saranno circa 1000 km dal confine mongolo. Per arrivare ad un orario accettabile in aereoporto abbiamo guidato tutta la notte.... A mezzogiorno, o giù di lì, siamo arrivati e, come ha scritto Nik, si è riusciti a sistemare il suo rientro in Italia.

Ora parte la seconda parte del piano malefico: Mauro e Matte devono guidare fino a Riga in Lettonia. La lettonia è infatti il paese europeo più vivono alla russia, dove non ti chiedono carte di proprietà della macchina etc etc quindi contiamo di passare di qui visto che il proprietario della red donkye non c'è più.... Ucraina e Biellorussia invece necessitano di visti che, ovviamente, non abbiamo....

Da Novosibirsk a Riga sono quasi 4000 km....Non pochi visto che li vogliamo bruciare alla velocità della luce. Questo implica due cose: guidare e non fermarsi e sperare che la macchina regga. Guidare e non fermarsi però significa trasformare la red donkie in un piccolo Caravan.... Andatevi a leggere il popst "BBTeam - IKEA 3-0" e capirete come abbiamo fatto.....

Quindi, per riassumere: Mauro e Matte sono partiti domenica a pranzo da Novosibirsk con destinazione Riga. Arrivo previsto a Riga per giovedì mattina mattina (aereo lowcost). Rientro in Italia giovedì in giornata....

Ce la faranno????

Pazientate ancora un pò....

24 agosto 2010

Nick is back

Questo nostro Mongol Rally si sta concludendo in un modo particolare. Dopo un fantastico viaggio aereo Novosibirsk - Mosca - Copenaghen - Milano (circa 24 ore), notte passata da Alle, Eurostar fino a Padova, sono tornato dopo un mese esatto al punto di partenza. Con Raffa che mi è venuto a prendere, esattamente come mi aveva portato da Matteo alla partenza.
Ma non è mica finita qua!
In questo stesso momento, Matteo e Mauro con la Red Donkey stanno arrivando a Mosca e domani dovrebbero arrivare a Riga, in Lettonia. Lì andrò io a prenderla sabato per portarla finalmente a casa.
Mi sento molto carico. Molto fortunato, per tutto quello che ho e che mi è stato concesso di fare. Oggi, dopo aver pranzato con la mitica pasta pomodoro e gorgonzola di Raffa e aver accarezzato il mio Ramarro Verde (la Versys), non ho potuto non fare il bagno in questo luminosa sensazione di essere davvero un privilegiato.

Nel post precedente non abbiamo chiarito molto perché abbiamo deciso di tornare. A farla breve, lasciare la Red Donkey in Mongolia ci sarebbe costato, tra tasse di importazione, rottamazione, perdita del deposito di 1600 sterline, perdita del carnet du passage, qualche migliaia di euro, oltre a qualche altro giorno solo per fare le carte. Una volta verificati tutti i documenti e parlato con gli altri team che hanno confermato le nostre ipotesi la situazione ci è improvvisamente parsa chiara: l'unico modo di evitare una salassata era riportare indietro l'auto, e farlo nel più breve tempo possibile, per rispettare gli impegni di lavoro e minimizzare i costi. Quindi, si è deciso per le dritte e sicure strade della Russia, guidando giorno e notte, come stanno facendo Mauro e Matteo.
Per rispondere a chi chiedeva le condizioni della Red Donkey, il parabrezza è ben crepato, la marmitta è rotta un'altra volta e così l'ammortizzatore anteriore destro. Ma va avanti! La bagagliera l'abbiamo lasciata vicino al confine russo, per spingere l'auto fino in fondo.
Insomma, se volete partecipare al mongol rally, fatelo con un mezzo che rispetti tutti gli standard e non ponetevi limiti di tempo.
Mi ha colpito vedere che tantissimi team inglesi avevano ricevuto in donazione l'ambulanza con grande facilità, invece noi a malapena siamo rientrati dei costi delle magliette. Purtroppo c'è poco da dire, su eventi come questi, le altre nazioni europee sono molto molto più ricettive, per così dire. Impareremo.

19 agosto 2010

MONGOL RALLY E RITORNO!

Carrissimi! Nonostante ci troviamo in mezzo al nulla, anche qui internet e' arrivato. Siamo nella 'splendida' localita' di Khovd, a 300 km dal confine russo e a 1400 da Ulaan-Batar. Questi 300 km ci sono costati due giorni di viaggio. Oggi sveglia alle sei e mezza e abbiamo guidato ininterrottamente fino alle nove di sera. La strada qui non esiste in realta': sono sentieri tracciati non segnati che costeggiano monti innevati, ruscelli, steppa, sassaie, pietraie....

Nonostante la difficolta' pero' il paesaggio che ci circonda e' mozzafiato, ad ogni curva si aprono scenari nuovi e incredibili, piccoli villaggetti di ger, falchi, dromedari, cavalli in liberta, qualche aquila... Immagini che difficilmente cancelleremo dai nostri ricordi.

La red donkie regge per il momento: ha riportato solo la parziale rottura della marmitta (per la seconda volta) ma in compenso abbiamo aggiunto le cameredaria ai pneumatici. La spesa contenuta (40$) e' pero' risultata vincente in quanto oggi la guida ci e' sembrata piu' comoda e la macchinaha acquistato solidita'. Il ritmo pero' e' molto piu' lento di quanto programmato (anche per via dei guadi che ogni tanto dobbiamo superare).

Quindi: siamo costretti nostro malgrado a lasciare la Mongolia prima del previsto arrivo a Ulaan-Batar. Domani iniziamo nuovamente l'avvicinamento al confine russo per poi riprendere la strada
verso casa. Infatti: LA RED DONKIE TORNERA' A CASA CON NOI!

Eccovi il nuovo percorso: Khovd (Mongolia) - Novosibirsk (Russia) - Mosca (Russia) - Riga (Lettonia) - Polonia - Germania - Austria - Padova.

Lo so, siamo un po' pazzerelli ma non ce la facevamo a lasciare in giro per il mondo la red donkei. Nel prossimo posto i dettagli di tutto cio' perche' non e' cosi' semplice come sembra.

Baci a tutti!

16 agosto 2010

DALLA RUSSIA CON AMORE

Carissimi, questo è l'ultimo post che pubblicheremo prima di una pausa che, secondo i nostri piani, dovrebbe durare al massimo sei giorni. Domani infatti entriamo in Mongolia e per i prossimi giorni non ci sarà possibile accede ad internet. Quando, in un modo o nell'altro arriveremo ad Ulaan-baatar, vi faremo sapere come è andata. Provate a seguirci comunque sul link 'Dove siamo'. Non garantiamo funzionerà.....

Saluti!

Into the wild

Mongol Rally. Quasi 10000 km fino ad ora, due deserti attraversati, 12 stati.
Polvere. Tanta polvere addosso, sull'auto, nei vestiti, nei polmoni, nelle mani.
Mani che hanno stretto tante altre mani, occhi che hanno incrociato sguardi di tutti i tipi.
Adesso la Mongolia, confronto - incontro con la natura sovrana, nelle terre selvagge.
Senza paracadute.
Mongol Rally.

PITSTOP







Con il Mongo Rally le macchine subiscono delle sollecitazioni notevoli. Eccovi il post con i danni subiti dalla Red Donkey.

PITSTOP (1) Primo pitstop a Tashkent a riparare la ruota che si era rotta nella traversata notturna in Turkmenistan. Mentre Mauro è in uno di quei giorni di stomaco andato (saranno due in tutto), Nik e Matte passano la giornata a visti e riparazioni. Trovano un gommista vicino alla stazione. Fanno vedere il danno subito alla gomma ed il gommista, con occhio attento, dice che si può riparare. Tempo 10 minuti e la ruota è sistamata, rimontata, check delle altre ruote e pronti a ripartire.

PITSTOP (2) A Tashkent le strade sono belle, tranne quella enorme voragine in mezzo ad una circonvallazione nel centro cittadino, che tutti conoscono tranne ovviamente gli automobilisti stranieri. Ci finiamo dentro e ruota andata. Che fare? Ma nessun problema! Il giorno dopo torniamo dallo stesso gommista del giorno precedente, fa un sorrisino (che potrenne voler dire: guarda che coglioni o, come crede Mauro, non vi preoccupate, capita tutti i giorni, ed è il motivo per cui ion Asia vi sono così tanti gommisti...) e nel giro di 10 minuti....la ruota è sistamata, rimontata, check delle altre ruote e pronti a ripartire.

PITSTOP (3) Questo è uno di quegli incontri che fanno di un viaggio un momento indimenticabile. La Red Donkie presenta due problemi: il cristallo del parabrezza rotto a seguito di un sasso che ci si è scagliato contro ad una velocità indicibile e la marmitta. Il cristallo non è riparabile: in Kazakhstan non c'è Carglass repair (magari ne apriamo uno in franchaising, farebbe i miliardi visto lo stato dei loro cristalli, tutti miserabilmente rotti....). Per la marmitta proviamo noi a sistemare alla meno peggio ma la nostra riparazione dura il tempo di un dosso (o meglio di una voragine inevitabile) e si spacca definitivamente. Ora non fosse per il casino che fa non è un gran problema. Ad Ayagoz ci fermiamo lungo la strada e troviamo un meccanico. Ovviamente non possiamo spiegargli a parole cosa non va (non possediamo una lingua comune) però accendiamo la macchina e gli facciamo sentire il rumore. Lui dice "senrgvs" che immaginiamo in kazako significhi marmitta e ci fa capire che la può riparare. Il processo è lungo e il tipo ci porta a casa sua dove ha degli atrezzi.. Nell'attesa la madre prepara il te (ne consumano a litri) e ci fa accomodare e berlo. Entriamo quindi nella casa del meccanico, ci togliamo le scarpe e ci sediamo attorno al tavolo del soggiorno, che risulta essenziale ma dotato di tutto: frigo, fornello e condizionatore. Prendiamo il te (rigorosamente con il latte) e mangiamo delle sorte di salatini, pane e burro (dolce e salato) una strana sostanza marroncina a noi ignota ma buona, biscotti. Con il dizionario di russo capiamo che: in quella casa vivono due sorelle ciascuna con i propri figli. La prima ha due figli adolescenti, la seconda (quella che ci ha offerto il te) ha un figlio, il meccanico che ci sta riparando l'auto, il quale a sua volta ha una bellissima bambina. In tutto non ci è dato sapere in quanti sono, ma a occhio e croce in tutto saranno almeno 8/10. Quello che si dice una famiglia allargata. Dopo circa cinque ore la macchina è sistemata (abbiamo anche fatto sostituire un amortizzatore rotto - ne abbiamo portati da casa di riserva due) siamo pronti per ripartire, saldiamo il conto, regaliamo delle magliettwe del mongol rally e via...

Abbiamo avuto modo di conoscere da vicino una famiglia kazaka nel suo ambiente domestico. E' stata una di quelle occasioni che ci rimarranno meglio impresse di tutto il nostro viaggio. La dignità e la semplicità con cui siamo stati accolti, a prescindere dalla condizione in cui questa gente vive, è veramente degna di nota. E' stato bello riuscire a comunicare i nostri dati essenziali (nomi ed età) anche in assenza di una lingua comune, è stato bello capire la gerarchia famigliare, è stato bello capire che in Kazakhstan il te lo si fa in modo diverso (in un pentolino fanno un infuso molto forte e poi quando lo versano sulla tazza ci aggiungono acqua calda che hanno fatto bollire da un'altra parte). A voi alcune foto per ricordare questo momento.

INCONTRI


Rieccoci on line dopo un pò di assenza ma come vi avevamo preannunciato non sarebbe sempre stato facile recuoerare una connessione internet. Post dedicato agli incontri fatti in questi giorni. Buona lettura!


INCONTRI (1) Mentre il Dianin è un po' costipato, il buon Nick e il Matte vanno fuori a spassarsela! Usciti dall'albergo, troviamo un biglietto sulla macchina con scritto:"Ciao, sono Rich camera 12, partecipo al Mongol Rally, se volete beviamo una birra insieme". Bene, Rich da Birmingham, classe 1987 ha cappottato con la Fiat 600 del 2001,in Kazakstan. Dopo ore di pullman e taxi è riuscito ad arrivare qui a Tashkent mentre il suo compagno è nel volo di ritorno destinazione casa. Abbiamo cenato in un ristorantino apparentemente turco. Davvero delizioso! Le storie che emergono dai vari racconti dei team del Mongol Rally sono sempre più incredibili. Dopo il bergamasco Gianandrea che al confine uzbeko è finito a 5 litri di vodka, spaghetti e ha dormito con le guardie doganali nei loro alloggi, due ragazzi inglesi sono rimasti bloccati quattro giorni al confine turkmeno perchè parlavano tra di loro con dei walkietalkie e, quindi, apparentemente considerati spie. Abbiamo appreso di alcuni team che viaggiando in carovana tra il confine ucraino e russo sono finiti, sempre con gli ufficiali di dogana, a bonghi, chitarre e cappellini da vichinghi. Proprio in quel frangente, passavano di li, il nostro amico Rich e il suo compagno che alla vista della situazione hanno esclamato: "what the fuck is going on here!". Per concludere, siamo ritornati all'albergo con un taxi. Una Chevrolet Matiz bianca che sfrecciava come un go-kart tra le strade di Tashkent il cui driver, appreso che eravamo stranieri, ha messo a palla (vibravano perfino le sottili portiere della Matiz!) Shakira e la canzone dei mondiali di calcio Waka Waka He He! Davvero truce! La globalizzazione!


INCONTRI (2) Capita a volte di sottovalutare le distanze. O meglio, se per 200 km troviamo ogni venti kilometri un distributore, perché nei successivi 200 non ne dovremmo trovare? Capita così che dopo aver detto per delle ore facciamo rifornimento alla prossima stazione, la prossima stazione in realtà non c'è. Con la riserva quasi esaurita, ci fermiamo nell'unica costruzione che sembra abitata nel raggio di 100 km per chiedere informazioni. Quella costruzione è in realtà un vecchio posto di confine a Blagoveshchenka tra Kazakhstan e Kirghizstan chiuso dopo i tunulti scoppiati in quest'ultimo paese. Non sono sicuro se fossero più sorpresi loro di vedere noi o viceversa. Sta di fatto che non deve capitare molto spesso a questi militari di parlare con qualcuno. Il posto di confine comprende una casetta, quattro militari ed un doganiere. Si dimostrano subito molto disponibili: finché uno dei militari parte a chiedere alla vicina contadina se ha della benzina (e tornerà con 10 litri di 82 ottani), noi veniamo accolti, ci viene offerta Nutella (quella vera), te caldo e facciamo con il doganiere quattro chiacchiere. Ci spiega che in realtà erano almeno tre i posti di confine su strada che sono stati chiusi dopo i tumulti scoippiati in Kirghizstan e che pertanto non c'è gran che da fare. Trascorriamo una buona mezz'ora a chiacchierare ma poi, vista la distanza che ci aspetta, decidiamo di ripartire non prima però di assistere ad un video atroce girato con il telefonino da uno dei militari. Il video mostra la protesta da parte di alcuni manifestanti kirghsi dopo la chiusura del confine: uno di questi strappa la bandiera uzbeka e ci dà fuoco e dopo ci si butta sopra prendendo fuoco pure lui. Vi assicuro non un bello spettacolo.


INCONTRI (3) A Tashkent (di cui ignoriamo la pronuncia, l'abbiamo sentito pronunciare in mille modi diversi) riusciamo finalmente ad incontrare Cristian, il ragazzo che sta andando in Giappone in moto. insieme a lui c'è Ture che gli amici scout di Mauro conoscono bene, anche lui in viaggio da solo verso, inizialmente l'Australia, ed ora con con Cristian verso il Giappone. Non riusciamo a rimanere molto con loro, poiché siamo arrivati a Tashkent molto tardi e siamo distrutti dalla fatica però riusciamo comunque a scambiarci impressioni di viaggio. Ture è in giro da tre mesi con la sua moto che ha subito qualche danno. Si è infatti fermato a Tashkent qualche giorno per recuperare pezzi di ricambi (qualcuno se lo fa spedire dalla Russia). Ha trascorso un mese a Teheran in attesa di visti solo parzialmente ottenuti, ma lo vediamo bello carico e contento di quello che sta facendo. Cri invece si è fermato a lungo a Tashkent, un pò per risolvere problemi con i visti un pò per aspettare Ture. La serata è piacevole ed è uno degli aspetti belli di questo viaggio trovare altri viaggiatori e scambiarsi opinioni, informazioni e consigli sui posti che si stanno per visitare. E vi assicuriamo che di viaggiatori che fanno cose incredibili in giro per il mondo ve ne sono.

11 agosto 2010

La quasi patente ritirata di Nik (piu' volte)

Il viaggio (soprattutto se sei al Mongol Rally) e' come un romanzo di formazione: piu' si va avanti e piu' si dovrebbero imparare cose. Non sempre e' cosi' pero' e la storia di oggi ne e' la prova.

Ma partiamo con ordine. Nei giorni scorsi abbiamo visitato Bukhara e Samarcanda. Entrare a Bukhara e' stato come tuffarsi in una citta' di 1000 anni fa, con le carovane di viaggiatori nel deserto, le case in mattoni di fango e paglia, splendidi monumenti che ti lasciano con il fiato sospeso. Anche Samarcanda e' molto bella, ma a differenza della prima la citta' e' molto piu' moderna. Al suo interno pero' si celano meraviglie che non possono lasciare indifferente anche il viaggiatore piu' distratto.

Ci eravamo gia' rispoposti di non viaggiare di notte, ma la necessita' di fare i visti per il Jazakistan ci hanno spinti a fare il lungo viaggio Samarcanda-Tashkent di notte. Pessima scelta, per due semplici motivi. Primo, le condizioni della strada che ormai avee capito sono pessime e, secondo, la completa assenza si segnali stradali. E' questo che ci stava per far perdere, per la prima volta, la patente di Nik. Usciamo tranquilli dal posto di blocco e, come ci si aspetterebbe, la strada per la capitale dovrebbe essere quella bella e lunga di fronte a noi, e non una minuscola stradicciola nascosta sulla destra. Sta di fatto che imbocchiamo la strada principale e poco dopo capiamo che non deve essere quella giusta (non ci passa nessuno). Ovviamente non e' possibile tornare indietro se non percorrere un pezzo di strada in contromano. Cosa che puntualmente facciamo e.....lampeggianti della polizia e fermi. Mezz'ora passata a contrattare con la polizia che ci faceva capire che la strada era chiusa, che abbiamo fatto un pezzo di strada in contromano, che non avremmo dovuto etc etc.... Alla fine gli facciamo capire che la patente se la possono tenere, che poteva tranquillamante guidare un altro...Presi dallo sconforto e dalla loro magnanimita' il poliziotto restituisce la patente e possiamo proseguire con il viaggio. Arriviamo a Tashkent alle quattro del mattino.

La mattina dopo ci svegliamo. Matteo e Nik partono per fare i visti, sistemare la ruota e fare benzina, Mauro invece se ne sta in albergo in preda ai crampi allo stomaco.

Per la meta' del pomeriggio abbiamo visti (arrivano oggi alle 17.00), la gomma sistemata e la benzina fatta. La patente c'e' ancora e nel prossimo post il resoconto del secondo tentativo di ritiro!

8 agosto 2010

KYZYLKUM DESERT




Bene ragazzi, la presenza di internet ci fa pubblicare i post vecchi. Siamo arrivati a Buxoro (bukhara) splendida citta' al confine del deserto che ha dato il nome al post.
Il viaggio da Torkhtul a Boxoro e' stato impegnativo per la presenza di strade non proprio in ordine (vedi foto). Pero', a dispetto delle strade, quello che ci ha entusiasmato e' l'accoglienza del posto che e' completamente diversa dal Turkmenistran e dall'Azerbaigian.
La gente qui si e' dimostrata cordiale e disponibile senza secondi fini (dopo esserci persi, due persone hanno preso la macchina accompagnandoci al giusto svincolo...). La polizia e' felice di sapere che siamo italiani (Toto Cutugno e' un idolo da queste parti...), ci sfottono un po' perche' la Spagna ha vinto i mondiali e noi ce la ridiamo tanto...
Il viaggio attraverso il deserto e' stato fantastico, con raffiche di sabbia e vento caldo incredibile (prendete un phon, mettetelo alla massima potenza e otterrete lo stesso risultato). Per agevolare il motore abbiamo acceso il riscaldamento dell'aria calda (l'aria e' scaldata dal motore che quindi si raffredda un po'). Ovviamnete sauna assicurata per noi, ma si sa gli effetti benefici della sauna sono noti...
Ora ci aspetta la visita della citta' e domani saremo a Samarcanda...
PS: come vedete mano a mano che andiamo avanti e' piu' difficile tenere aggiornato il blog... Seguiteci comunque e per sapere dove siamo guardate il link (che viene aggiornato via sms, DOVE SIAMO e' il nome del link che trovate a destra). Oggi proviamo anche a caricare delle foto, chissa'....

KARAKUM DESERT

Riprendiamo con la pubblicazione dei post. Leggete anche quello precedente, perchй questo и la naturale prosecuzione. Oggi и il 08 agosto 2010.
Eravamo arrivati al punto in cui salivamo sulla nave. Bene, il viaggio и durato circa 12 ore e verso mezzogiorno del giorno successivo siamo arrivati a Turkmenbashi, unico porto turkmeno sul Mar Caspio. Purtroppo non ci и concesso scendere subito dalla nave, dobbiamo aspettare che quella attraccata precedentemente alla nostra riparta. Ovviamente non possiamo aspettarci che le cose si risolvano subito: il tempo di attesa sarа alla fine di altre otto ore…
Comunque verso le nove scendiamo e iniziamo la trafila per entrare in Turkmenistan, che, per chi non lo sapesse, non и propriamente un paese liberale….
Anzitutto manca il tipo addetto ai visti per stranieri, che и fuori cittа e devono necessariamente farlo rientrare. Attendiamo fino alle 23…
Poi inizia il bello: Nik, che и proprietario dell’auto inizia a girare per duemila uffici. Il bello, per cosм dire, и che di volta in volta nell’ufficio c’и sempre la stessa persona. In pratica, ogni volta che a Nik veniva detto di spostarsi di ufficio, si spostava anche l’addetto. Ovviamente, ogni volta che varcava la soglia, il medesimo incaricato chiedeva comunque il passaporto, che nel frattempo aveva controllato duecento volte. Poi, sempre sullo stesso foglio, apponeva l’ennesimo timbro. Ovviamente non chiedeteci perchй funziona cosм. Tra una cosa e l’altra si fanno le due e mezza del mattino. La guida ci aspetta (non si puт piщ girare senza guida in Turkmenistan) e decidiamo di guidare fino a Ashgabat di notte. Ashgabat и la capitale e dobbiamo per forza andarci perchй dobbiamo registrarci all’ufficio immigrazione…. Mah…
Il viaggio non и propriamente piacevole: la strada и un casino di buche, verso le quattro foriamo (siano benedette le ruote di scorta), verso le quattro del pomeriggio arriviamo, ci sistemiamo in albergo, sbrighiamo le carte e verso le sette usciamo per vedere il centro cittа.
Gardaland in confronto и un posto per dilettanti. Palazzi di marmo ovunque, state dell’ex leader massimo in ogni angolo…Polizia ovunque, non si possono scattare foto, coprifuoco alle 23 e ciao a tutti! Non и quel che si dice un paese ospitale.
Il giorno dopo sveglia alle 5.30: dobbiamo fare 600 km in mezzo al deserto di Karakum per arrivare entro le 16.00 alla frontiera. Altrimenti chiude e ci freghiamo…
Beh, l’esperienza del deserto и stata molto bella: per 600 km in mezzo al Turkmenistan c’и una strada lunga e dritta, con rarissimi insediamenti umani (ogni giorno partono dei camion che portano loro l’acqua), con qua e lа disseminate delle raffinerie (almeno credo), con, verso il centro, dei crateri originati da alcuni esperimenti nucleari russi. Non vi nascondiamo che il viaggio и stato molto interessante.
Verso le quattro (dopo esserci persi una mezza dozzina di volte) arriviamo alla frontiera. Qui le cose si sono sveltite un poco in uscita, ma solito giro di uffici.
Poi, finalmente, tocca alla frontiera Uzbeca. il clima и molto piщ rilassato, i soldati sono in canotta, salutano, parlano un po’ di inglese, sistemiamo le carte in mezz’ora e benvenuti in UZBEKISTAN!
Inutile nasconderlo, noi siamo molto gasati!

INTERMEZZO

Non dobbiamo fare piu' bere Nik quando e' stanco, spara solo cagate.
Dopo 16 anni di vegetarianismo, a causa di difficoltа nel reperire verdure fresche, Mauro e' costretto a mangiare cadaveri di animali (carne). Come si suol dire, mors tua vita mea.

COSTA CROCIERA




Nuovo giorno nuovo sbattimento. Iniziamo la mattina come al solito, Mauro se ne va per ambasciate sapendo che quella iraniana apre alle nove e quella kazaka apre alle nove e trenta (quindi lascia l’albergo molto presto) mentre Matteo e Nik se ne vanno come al solito al porto.
Ovviamente, anche se davanti all’ambasciata iraniana c'e' chiaramente scritto in dodici lingue che apre alle nove, in realtа significa che apre alle dieci. Allora deviazione all’ambasciata kazaka dove mi accolgono amorevolmente. Sul cortile dell’ambasciata incrocio un ragazzo straniero che quasi commosso mi dice “It’s nice to see you”. E' stato un momento toccante che ve la dice lunga sulla situazione di noi turisti qui in Azerbaigian (a tal proposito dedicheremo un post). Parlo con l’addetto dei visti e mi dice che anche facendo di corsa le cose ci vuole almeno un giorno. Opto per la soluzione iraniana e mi dirigo lesto lesto verso il consolato. Ma qui accade qualcosa di incredibile, messaggio di Matteo che dice che c’e' la nave! Scappo alla macchina, trovo i due e, dopo aver sistemato il materiale, aver fatto la spesa, pagato il parcheggio ci dirigiamo verso il porto.
La strategia lungo la strada e' sempre la stessa: molto calmi, immediatamente dietro ad una macchina locale che faccia la nostra stessa strada, facendo molta attenzione a non farci prendere dalla polizia.
Arriviamo a destinazione senza problemi…..senza problemi pensavamo….d’altronde, che ci vorrа mai a prendere una nave??
Arrivati alla cassa ci dicono di tornare all’una. Andiamo all’una e ci dicono tornate alle due. Andiamo alle due e ci dicono meglio alle quattro. Alle quattro ci dicono fate alle cinque e mezza. Alle cinque e mezza finalmente ci fanno i biglietti. Un piccolo salasso ma va bene, piщ o meno lo sapevamo. Tenendo conto che siamo entrati in barca alle nove e mezza, che cosa avranno mai fatto i nostri baldi giovani? Le tre ore peggiori dall’inizio del nostro viaggio. Siamo passati sotto le grinfie di mille ufficiali, per controllare questo o quel documento. Ovviamente ad ogni passaggio si complicavano le cose: documenti che prima c’erano adesso non c’erano piщ, documenti che non ci dovevano essere invece c’erano….Ma la cosa piщ snervante in assoluto era la richiesta costante di denaro da parte di questo o quel funzionario. Una cosa mai vista in vita nostra. Non vi nascondiamo che la cosa ci ha sfinito, sia fisicamente che anche moralmente. Se a questo aggiungete misteriosi personaggi che ti chiedono sette euro per attraversare il ponte che porta dentro alla nave (tassa portuale ci и stato detto), due dollari per i cuscini della cuccetta (in tre in una cuccetta da due) e altre amenitа varie, allora potete capire il nostro stato d’animo saliti sulla nave. Ora sono le 11.15 del 05/08/2010 e in lontananza vediamo la terra turkmena. Ve lo diciamo perchй a questo punto non sappiamo quando riusciremo a caricare i post. Nella guida и scritto che internet non и molto diffuso.
Vediamo cosa riusciamo a fare.

3 agosto 2010

Azerbaigian - BAKU




Carissimi tutti, eccoci dopo due giorni di assenza a darvi le ultime informazioni sul nostro viaggio. La partenza da Tbilisi ha segnato l'inizio della parte dura del viaggio. Sebbene non ci sia voluto molto tempo a raggiungere la frontiera (alle 9.00 eravamo gia' li'), lunghi sono stati i tempi per attraversare le due frontiere. Quella georgiana e' andata via liscia, ci ha stupito tuttavia la scritta GOOD LUCK all'uscita. Che cosa avra' mai voluto dire, punto di domanda (non lo troviamo sulla tastiera). Beh, ci sono volute quasi 5 ore per riuscire ad entrare in frontiera e davanti a noi c'erano solo 25 macchine!!! Poi non potete immaginare il posto: praticamente un sentiero di sassi con due baracche come uffici. Entriamo nel primo, e non sanno bvene cosa fare per via del visto che avevamo gia' (noi sapevamo che era necessario). Concludiamo i documenti della macchina e... ci fanno uscire dalla frontiera senza documenti (i passaporti se li sono tenuti) perche' dovevamo andare in un altro ufficio gia' in territorio azero a pagare la tassa per la macchina. Poi rientriamo in frontiera dove il militare ci riconosce e ci rifa' rientrare, prendiamo passaporti e patente e entriamo definitivamete in territorio azero.

Qui ci aspetta il duro viaggio verso Baku. Difficile per due motivi: io primo e' la strada che e' a tratti uno sterrato, la seconda, e molto piu' importante, e' la polizia che e' ovunque e non vede l'ora di spennare i turisti ( almeno questa e' stata la nostra impressione). Avremmo superato 12 posti di blocco e almeno 4-5 volte siamo stati fermati e contestati di infrazioni inesistenti. Il trucco e' continuare a far finta di non capire. Solo una volta abbiamo dovuto cedere e abbiamo dovuto scucire 25 dollari al tipo che ha sciroo la nostra infrazione su un foglio della lista della spesa.....ovviamente i soldi sono finiti nella cassa dell'erario.....

A Baku abbiamo trovato Matteo che nel frattempo si e' unito al team.

La giornata di oggi si e' articolata su vari fronti: da un lato Matteo e Nik si sono occupati di vedere se c'era una nave per Turkmenbashi (oggi no domani forse....) mentre Mauro si e' occupato di ambasciate andandole a scovare in giro per minuscole vie di una capitale da 1800000 abitanti... Giornatina non facile.

Lo stato dell'arte e': domani forse c'e' la nave forse no (non ci e' dato sapere), forse cambiamo tragitto passando per l'Iran o forse no (dipende da quanto ci vuole ad avere il visto), forse trasformiamo la red donkey in una barca o forse no.....

Oggi dunque giornata piena di interrogativi, interessante pero' perche' abbiamo avuto modo di conoscere un po' questa strana citta', molto ricca per via del petrolio, che cerca di assomigliare ad una capitale europea (la quantita' di negozi di firma e' superiore a via Montenapoleone) ma che ancora non e' pronta al grande salto (gli stranieri sono guardati come fossero degli alieni, in tutta Baku ne abbiamo visto solo tre oggi).

Appena abbiamo notizia vi aggiorniamo.

Salam eleykum!

2 agosto 2010

Padova 02/08/2010

Buongiorno a tutti coloro che ci seguono!

Sono le 06:00. Alle 06:48 ho il treno per Milano e subito dopo Malpensa Express. Destinazione finale Baku, Azerbaijan dove mi ricongiungerò con il Team. Il volo arriva alle 16:40 ora italiana (19:40 ora locale).

L'avventura comincia!!!!!

1 agosto 2010

Tbilisi che fatica....

Oggi giornata di visita di Tbilisi. Inutile dirvi che la citta' ci e' sembrata molto bella. Sia il nuovo centro che il centro vecchio sono ricchi di fascino ed e' stato bello visitare anche le vie meno battute. Molti monumenti racchiudono un po' quella che e' stata la storia della Georgia e del suo miscuglio culturale: vi sono infatti moschee (una sola, le altre sono andate distrutte), chiese ortodosse, russe e cattoliche. E poi musei, teatri.... In definitiva, Tbilisi vale decisamente la pena di essere vista. Inoltre non mancano le occasioni per un buon sountino a base di Kachapuri nelle varie tipologie (con e senza carne, di base pasta frolla e formaggio) e tutto a prezzi convenienti per noi europei.

Poi nel pomeriggio ci siamo concessi un breve intermezzo alle terme. Il posto spartano ma bello e' frequentato da georgiani (eravamo gli unici turisti). L'acqua, di tipo sulfureo, era molto calda cosi' come la sauna costruita come quelle di una volta ovvero riscaldata a legna. Ci siamo concessi un piccolo massaggio e ne siamo usciti rilassati e belli come il sole.....

Domani giornata impegnativa. Viaggio fino a Baku (Azerbaigian) a prendere Matteo all'areoporto piu' probabilmente in albergo e poi inizia il casino per entrare in Turkmenistan.

Abbiamo caricato qualche foto nuova visibile al link. Purtroppo le connessioni fin qui trovate non ci permettono molto di piu'...

Mi ha colpito dal punto di vista della vegetazione il fatto che cadano gia' foglie dagli alberi, non so se e' l'inquinamento... poi cucinano CASTAGNE!!! Ma saranno gia' pronte ? Altro che monte rua...

Domani ci aspetta ancora strada, sempre uguale, sempre diversa, come un mantra... in qualche modo misterioso che non so spiegare sta cominciando a fare parte di noi, a diventare una pur faticosa esigenza.

Notte a tutti!

DODO'S

Anzitutto vi diciamo il perche' del titolo: Dodo e' la sistemazione che ci accogliera' per le due notti che passeremo a Tbilisi. Il posto e' veramente carino: i letti sono in camerate comuni dove ci sono visitatori che provengono da un po' tutto le parti del mondo. Ieri sera, al nostro arrivo, abbiamo amorevolemnte chiaccherato con dei ragazzi olandesi e australiani scambiandoci esperienze di viaggio e consigli. Molti di loro erano gia' passati per l'Azerbaigian cosi' abbiamo raccolto qualche informazione in piu' rispetto alla prossima nazione che raggiungeremo.

Tbilisi sembra essere una citta' molto bella e oggi la visiteremo, per quanto possibile, in lungo e in largo. Vediamo che impressione ci fara'.

Ieri ci siamo alzati di buon ora dalla nostra sistemazione a Hopa per attraversare il confine. Dopo un impatto un po' violento (camion in ogni luogo e una coda, per loro, kilometrica) siamo riusciti a passare il confine turco con discreta facilita' (un tipo a mio avviso voleva incularci un po' di soldi ma non ci e' riuscito). La cosa buffa e' che la frontiera turca con la Georgia ha tre checkpoint: il primo ti mettono il timbro di uscita sul passaporto, il secondo controllano i dati dell'auto (se entra deve anche uscire) ed i terzo non si sa...appena arrivati il poliziotto ci ha detto che se non avevamo i timbri ci doveva rispedire indietro....ma io dico, che cosa avranno mai fatto nelle precedenti postazioni di controllo....giocato a briscola forse....

Al confine Georgiano e' andato tutto bene: la polizia e' stata molto gentile, ci ha fatto sbrigare tutte le pratiche necessarie in breve tempo e ci ha detto mille volte benvenuti in Georgia.

Appena passato il confine ci siamo concessi una ulteriore sosta in spiaggia sulla parte georgiana del Mar Nero. LA spiaggia questa volta era di sassi e l'acqua sembrava molto piu' limpida. Il sole pero' scotta molto da queste parti e il clima lungo la costa e' definito quasi tropicale.

Terminato la nostra mezza mattinata di mare siamo andati a Batumi per recuperare alcune informazioni. La ragazza dell'ufficio informazioni ci ha detto che la strada per Tbilisi era ''perfect'' come la sua povera sorella evidentemente... Inutile dirvi che uscire da Batumi e' stata un'impresa, la strada era inesistente con buche ovunque. In georgia si guida sulla destra, teoricamente. Teoricamente perche' in realta' si guida dove si riesce. Se poi aggiungiamo che i georgiani guidano con gli abbaglianti accesi, superano in situazini impensabili e che in mezzo alla strada si puo' trovare di tutto (nell'ordine: mucche, galli, maiali, cani, gatti, tacchini, uomini che vagano non si sa dove, auto in contromano e camion turchi), vi assicuriamo che il viaggio e' stato abbastanza impegnativo.

Pero' il paesaghgio che abbiamo visto e' stupendo. La georgia e' veramente un posto bellissimo ed e' un peccato non poter passare una settimana da queste parti. Lungo la strada abbiamo incontrato molti torrenti dove i georgiani vanno a farsi il bagno per sconfiggere la calura. I posti sono magnifici...

Per quel che ci riguarda tutto ok. Siamo molto contenti e carichi di proseguire. Ogni giorno e' per noi, che non siamo mai stati da queste parti, una scoperta nuova e credo che la Georgia ci riservera' molte sorprese positive (il loro cibo e' buonissimo!!!!!)

Gamarjobat (ciao in georgiano)