22 dicembre 2010

Le foto del viaggio

Ci abbiamo messo tanto e vi confesso che non è stato per niente facile, ma ce l'abbiamo fatta.
Le foto sono disponibili su internet, raggiungibili dai seguenti link.
Sarò di parte, ma faccio i complimenti a Matteo, perché le foto della Mongolia sono davvero strepitose.
Buona visione e colgo l'occasione per farvi i miei migliori auguri di un felice Natale e di un pirotecnico anno nuovo!!!
Verso nuove avventure!!!


Milano

Istanbul - Tbilisi - Mongolia (cenni)

Baku e Mar Caspio

Turkmenistan

Uzbekistan

Kazakistan

Russia

Mongolia

Riga - Padova

9 settembre 2010

LATEST NEWS

Ciao a tutti. Eccovi un velocissimo post per alcuni brevi aggiornamenti. Ci stanno giungendo da più parti richieste di indicazioni tecniche (costi, percorso dettagliato fatto, informazioni varie su come affrontare un viaggio del genere...). Entro brevissimo tempo (spero di riuscire a fare qualcosa già questo fine settimana) inizierò a postare tutta una serie di materiali che potrebbero essere utili a chi volesse imbarcarsi in una avventura del genere.

Inoltre, non ce lo siamo dimenticati, siamo in fase di pubblicazione foto (abbiate ancora un pò di pazienza...) e dei post che avevamo intenzione di scrivere a mente fredda (per esempio ricordiamo uno sull'Azerbaigian, uno sulle barriere....).

Quindi per i nostri affezionati, continuate a seguirci fiduciosi, mentre per coloro che hanno domande più tecniche, fatele pure, vi rispondiamo senza ombra di dubbio....

Intanto saluti!

PS: oggi mi sono imbattuto in questo detto che mi ha molto colpito. "Anche un orologio rotto segna l'ora esatta due volte al giorno". Credo che ci rifletterò.

6 settembre 2010

Red Donkey, dove l'impossibile diventa possibile.

Se mi avessero detto che, non solo con la Punto avrei fatto il Mongol Rally, ma sarei pure tornato indietro, non ci avrei creduto.


Che la Red Donkey avrebbe fatto in poco più di un mese quasi 20.000 km, la metà della circonferenza della Terra, superando deserti, montagne, guadi, piste attraverso innumerevoli stati (Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Russia, Mongolia, ancora Russia fino in Europa e poi Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e, infine, Italia), chi lo avrebbe ritenuto possibile ?

Venerdì sera, dopo una settimana che era ferma a Riga sotto il diluvio, quando al terzo tentativo il motore scoppiettante della Red Donkey ha tossito rauco, e poi ha cominciato a cantare, ho capito che ce l'avremmo fatta.

Non so, ora che è ritornata a casa, quale sarà il destino della Red Donkey, come non so il mio.

Credo, però, che la Red Donkey sia un simbolo. Credo che testimoni concretamente come un'idea, un sogno, una scelta, per quanto azzardata possa sembrare, può essere realizzata.

Non chiedetemi la ricetta. Abnegazione, coraggio, tenacia, determinazione, fiducia in sè stessi, Fede ?
Ognuno ha la sua.

Credo che viviamo immersi nella paura, in schemi che ci sembrano immutabili, che ci rendono piccoli e schiavi.
A me è successo qualche volta, qualche scelta coraggiosa mi ha fatto respirare l'inebriante aria della libertà.
Ma quanta paura! Meglio tornare a casa, alle proprie sicurezze, e vivere infelici ma sicuri.
La Red Donkey è lì per dirmi basta a questo modo di pensare e vivere. Quel che sarà, sarà.



Ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile quella che per me è un'impresa.

Innanzitutto i miei compagni di avventura, Mauro e Matteo, preziosi e insostituibili nelle difficoltà che abbiamo affrontato, dai quali ho imparato un sacco di cose e colto moltissimi spunti di riflessione.

Ringrazio Marino, che ha preparato la Red Donkey, chi ci ha donato pezzi di ricambio, olio motore, cavi per la batteria, la lamiera per il cassone, gli sponsor, chi ci ha sostenuto spiritualmente o materialmente, anche solo comprando una maglietta (tra l'altro, ancora disponibili!).

Ringrazio tutte le persone che ci hanno indicato la strada le innumerevoli volte che siamo persi, a volte anche prendendo la loro auto e guidandoci.

Ringrazio i militari kazaki che ci hanno procurato la benzina, chi ci ha sistemato l'auto durante il percorso, chi ci accolto anche in piena notte, chi ci ha dato le dritte giuste.

Ringrazio tutte le persone che ci hanno fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza. Ringrazio anche chi non ha creduto in noi, che per me è stato spunto per tirare fuori il meglio di me stesso.

Infine, ma solo in ordine temporale, ringrazio la mia famiglia e i miei fratelli, fondamentali in tante cose e in particolare nell'ultima parte del viaggio, che hanno reso ricco e divertente. Speciale.

Ho scoperto tra l'altro che c'è una lingua che viene compresa ovunque, una sorta di esperanto ma più alla buona, e sto parlando del... dialetto veneto!



Restate su questi spazi ancora un po'. A breve pubblicheremo foto e video. Baci.

26 agosto 2010

RUSSIA O KAZAKHSTAN??

Vi è mai capitata una di quelle giornate in cui vi alzate e non sapete bene che fare, dove siete, dove dovete andare??

Da Omsk a Chelyabinsk la strada passa per il Kazakhstan, cosa che sanno anche i sassi. A maggior ragione lo sappiamo noi che la dobbiamo fare. Certo, non abbiamo una cartina dettagliata, però ci siamo fatti dare le indicazioni da un russo che aveva il navigatore. Il quale ci ha confortato dicendo: non vi preoccupate, seguite le indicazioni, non potete sbagliare.

Sarà, ma noi le indicazioni le abbiamo seguite e, dopo aver guidato tutto il giorno, verso le dieci di sera ci troviamo di fronte ad uno strano posto di blocco. Ci sembra all'inizio uno dei soliti posti di blocco russi ma poi, a guardarlo meglio, ci accorgiamo che c'è qualcosa che non torna. Scendiamo dalla macchina, ci avviciniamo alla guardiola e con aria perplessa diciamo: "Chelyabinsk??" indicando dall'altra parte. La guardia, una bella pulzella, risponde sorridendo: "DA!!". Incalziamo: "Kazakhstan??". E, ovviamente, con un sorriso come a dire "ecco i soliti turisti che si sono persi, ma non vi preoccupate, succede sempre, non è colpa vostra...." risponde che sì, quello è il Kazakhstan. Il sottoscritto (Mauro) fa una faccia sconfortata che però serve perché la giovane guardia mi dice di aspettare un minuto. Passato un minuto arrivano due giovani guardie russe di cui una parla inglese (almeno un pò). Gli dico che volevamo andare a Chelyabinsk e che non capisco come mai ci ritroviamo di fronte al confine cazako visto che tutte le indicazioni portano da questa parte. Il giovane militare russo, che per comodità chiamerò Misha, mi dice mezzo in inglese e mezzo in russo che sì, non è colpa mia e che le indicazioni sono da tempo immemore sbagliate, che, o sei russo, o non c'è verso di sapere quale strada prendere.

Misha si dimostra però molto cortese e mi chiede: "Siete russi?". Cortese sì, ma un pò mona però....Scendo da una punto targata italia, parlo con te in inglese perchè non abbiamo una lingua comune e mi chiedi se sono russo?? Con gentilezza rispondo che no, siamo italiani. Misha chiede: "Avete il visto russo??". E' ovvio, altrimento come possiamo essere in Russia?? Con tono gentile rispondo che sì, abbiamo un visto russo. MIsha chiede: "Avete per caso un visto Kazako??". Guarda, ne avevo qui prima una mezza dozzina ma poi, pensando che non mi sarebbero più serviti, li ho buttati via.... Ma che domanda è?? Con aria sconcertata rispondo che il visto kazako l'ho già utilizzato e che comunque anche ce l'avessi, non potrei uscire dalla Russia perché altrimenti non potrei più rientrarci, visto che il nostro visto russo e una double entry e una l'abbiamo già usata....

Misha annuisce e mi dice: "Tranquillo, non è difficile andare dall'altra parte". Sarà, ma i 5 minuti che ha passato a parlare in russo con il suo collega su come andare dall'altra parte non mi facevano presagire nulla di buono. Quando smette di pralare russo mi guarda e mi dice: "Guarda, è facile, devi tornare indietro di venti kilometri". Lo guardo, aspettando altre indicazioni che invece non arrivano. In compenso inizia a parlare russo con il suo amico commilitone, e dopo altri 5 minuti mi riguarda e mi dice: "E' semplice, torni indietro di 20 km e poi in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako." Per essere sicuro di aver capito ripeto "in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako" come a dire: "Che cazzo di spiegazione è??". Misha mi guarda mi chiede: "Domande?", io lo guardo disperato e rispondo "Sì, molte".

NEl frattempo è arrivato un tipo russo che deve passare il confine. Misha ne approfitta e coinvolge anche lui nella discussione. Ora non parlo russo, ma dritto, destra, sinistra come vocaboli li capisco. Bene, li avranno ripetuti mille volte, ogni volta indicando una direzione diversa. Se poi ci mettete che la discussione si stava animando, potete immaginare il mio stato d'animo...

Ma ecco, idea del giovane russo, perché non prendere quella cartina-stradario russa che ho in macchina e che assomiglia tanto ad un tomo della Treccani da quanto grande è?? (ci avevano detto che in Russia ci sono tente strade...) MA cavolo! pensarci prima. Misha prende la cartina e assieme studiamo la piccola deviazione di 250 km per oltrepassare il confine kazako (.....in un certo qualmodo devi costeggiare il confine kazako.....250 km, miseriaccia cane!).

Comunque, dopo quasi due ore, abbiamo il percorso, ma ormai è mezzanotte. Facciamo quei benedetti 20 km indietro, ci fermiamo alla prima stazione di benzina, trasformiamo la red donkie in un comodo giaciglio e ci mettiamo a dormire in macchina e domani si vedrà....

Il Mongol Rally ti fa crescere: appena arrivo in Italia mi faccio fare un altro visto kazako, sia mai che un giorno per andare a Milano da Padove mi ritrovo davanti un altro confine kazako....

BBTEAM - IKEA 3-0

Ve la ricordate la pubblicità dell'Ijea che dicevano che in 27 metri cubi vi costriuvano un intero appartamento? PRINCIPIANTI!

Se uno vuole fare la transiberiana in 4 giorni o giù di lì si deve organizzare. In russia non ci sono autostrade come le intendiamo noi: le strade a grande percorrenza sono a una corsia per verso di marcia, piene di camion, piene di lavori in corso, di deviazioni e via dicendo. Se quindi il tempo è poco bisogna correre....

Abbiamo fatto qualche piccola modifica alla red donkie. Sotto i due sedili, quello passeggero e quello guidatore, abbiamo creato da un lato una piccola dispensa per il cibo, così è sempre sottomano, non dobbiamo perdere tempo a cercarlo, se vogliamo un caffè con il fornellino lo facciamo in 2 minuti, se abbiamo voglia di uno snack ce lo prendiamo e ce lo mangiamo. Dall'altro lato invece abbiamo creato un piccolo angolo materiale di presto utilizzo (fascette, abbiamo dovuto sistemare il radiatore che si stava mollando a causa delle buche, carta igienica, materiale per lavarci alla meno peggio....).

Poiché non sono previste soste ristorante, la latte da venti litri di benzina è divenata il nostro tavolo del soggiorno. Mettendo in folle ci sta benissimo tra i due sedili. Lì abbiamo cenato (mai pranzato, non c'era tempo), fatto colazione e utilizzato come piano cottura (il fornellino ci ha permesso di cucinare dei meravigliosi risottini della Knorr).

Nei sedili dietro, a fianco delle ruote di scorta, abbiamo crato un primo posto letto (si dorme in macchina nelle piazzole di sosta dei camion) mentre l'altro è stato ricavato nel sedile passeggero davanti (le gambe finiscono dritte dritte nel parabrezza).

Insomma, non sarà una reggia, ma è pur sempre casa.....

PIANO MALEFICO

Carissimi, eccoci di nuovo online per darvi le ultime informazioni circa lo stato del nostro viaggio.... Scusate la prolungata assenza ma, se avrete la pazienza di leggere questo post, capirete perchè siamo stati così assenti....

Ripercorriamo il nostro piano malefico: come avete letto Nik è rientrato in italia, non senza difficoltà. Sabato scorso infatti stavamo campeggiando in Mongolia prendendocela piuttosto con calma perché ci era stato detto che il confine mongolo era chiuso nei finesettimana. Un team inglese che passava da quelle parti ci ha detto invece che sarebbe stato aperto. Ecco il motivo per cui sabato abbiamo corso come dei pazzi per arrivare al confine in tempo (chiude alle sei). Tenete conto che all'andata lo stesso tratto di strada l'abbiamo fatto in 14 ore, al ritorno ne abbiamo recuperate almeno quattro. Una volta arrivati al confine (alle 17) ce lo siamo visti chiudere davanti ai nostri occhi con la scusa che era appena passato un pullman e che quindi non avrebbero fatto in tempo a fare pure noi. Ora: essendo sabato ed essendo il confine chiuso la domenica, questo avrebbe comportato passare due giorni di fronte al confine senza poter far nulla (essendo già usciti da quello mongolo non potevamo rientrare...). Sta di fatto che, anche grazie alla presenza di una macchina kazaka che parlava russo, ed al fatto che abbiamo tirato su una noce dicendo che avevamo già prenotato l'aereo di rientro (in parte vero...) e che era urgentissimo rientrare in italia, alle sei e mezza ci hanno fatto entrare e superare il confine....

Novosibirsk non è tuttavia dietro l'angolo, saranno circa 1000 km dal confine mongolo. Per arrivare ad un orario accettabile in aereoporto abbiamo guidato tutta la notte.... A mezzogiorno, o giù di lì, siamo arrivati e, come ha scritto Nik, si è riusciti a sistemare il suo rientro in Italia.

Ora parte la seconda parte del piano malefico: Mauro e Matte devono guidare fino a Riga in Lettonia. La lettonia è infatti il paese europeo più vivono alla russia, dove non ti chiedono carte di proprietà della macchina etc etc quindi contiamo di passare di qui visto che il proprietario della red donkye non c'è più.... Ucraina e Biellorussia invece necessitano di visti che, ovviamente, non abbiamo....

Da Novosibirsk a Riga sono quasi 4000 km....Non pochi visto che li vogliamo bruciare alla velocità della luce. Questo implica due cose: guidare e non fermarsi e sperare che la macchina regga. Guidare e non fermarsi però significa trasformare la red donkie in un piccolo Caravan.... Andatevi a leggere il popst "BBTeam - IKEA 3-0" e capirete come abbiamo fatto.....

Quindi, per riassumere: Mauro e Matte sono partiti domenica a pranzo da Novosibirsk con destinazione Riga. Arrivo previsto a Riga per giovedì mattina mattina (aereo lowcost). Rientro in Italia giovedì in giornata....

Ce la faranno????

Pazientate ancora un pò....

24 agosto 2010

Nick is back

Questo nostro Mongol Rally si sta concludendo in un modo particolare. Dopo un fantastico viaggio aereo Novosibirsk - Mosca - Copenaghen - Milano (circa 24 ore), notte passata da Alle, Eurostar fino a Padova, sono tornato dopo un mese esatto al punto di partenza. Con Raffa che mi è venuto a prendere, esattamente come mi aveva portato da Matteo alla partenza.
Ma non è mica finita qua!
In questo stesso momento, Matteo e Mauro con la Red Donkey stanno arrivando a Mosca e domani dovrebbero arrivare a Riga, in Lettonia. Lì andrò io a prenderla sabato per portarla finalmente a casa.
Mi sento molto carico. Molto fortunato, per tutto quello che ho e che mi è stato concesso di fare. Oggi, dopo aver pranzato con la mitica pasta pomodoro e gorgonzola di Raffa e aver accarezzato il mio Ramarro Verde (la Versys), non ho potuto non fare il bagno in questo luminosa sensazione di essere davvero un privilegiato.

Nel post precedente non abbiamo chiarito molto perché abbiamo deciso di tornare. A farla breve, lasciare la Red Donkey in Mongolia ci sarebbe costato, tra tasse di importazione, rottamazione, perdita del deposito di 1600 sterline, perdita del carnet du passage, qualche migliaia di euro, oltre a qualche altro giorno solo per fare le carte. Una volta verificati tutti i documenti e parlato con gli altri team che hanno confermato le nostre ipotesi la situazione ci è improvvisamente parsa chiara: l'unico modo di evitare una salassata era riportare indietro l'auto, e farlo nel più breve tempo possibile, per rispettare gli impegni di lavoro e minimizzare i costi. Quindi, si è deciso per le dritte e sicure strade della Russia, guidando giorno e notte, come stanno facendo Mauro e Matteo.
Per rispondere a chi chiedeva le condizioni della Red Donkey, il parabrezza è ben crepato, la marmitta è rotta un'altra volta e così l'ammortizzatore anteriore destro. Ma va avanti! La bagagliera l'abbiamo lasciata vicino al confine russo, per spingere l'auto fino in fondo.
Insomma, se volete partecipare al mongol rally, fatelo con un mezzo che rispetti tutti gli standard e non ponetevi limiti di tempo.
Mi ha colpito vedere che tantissimi team inglesi avevano ricevuto in donazione l'ambulanza con grande facilità, invece noi a malapena siamo rientrati dei costi delle magliette. Purtroppo c'è poco da dire, su eventi come questi, le altre nazioni europee sono molto molto più ricettive, per così dire. Impareremo.